SILVIA ROMANO: conversione o abiura?

Sul ritorno e sulla figura di Silvia Romano, mandata allo sbaraglio i  Africa per aiutare la povera gente, se ne sono dette di tutti i colori, ma nessuno si è soffermato sulla sua presunta libera conversione all’islam oppure se è stata costretta per salvarsi la pelle.

Da un punto di vista religioso se Silvia Romano è partita come cristiana, allora la sua non è stata una semplice conversione ma soprattutto una abiura del cristianesimo, cioè un tradimento di Cristo nel quale era stata battezzata, probabilmente cresimata ed anche ricevuta l’Eucarestia.

Fermo restando tutto il resto di cui solo lei è responsabile di fronte alla sua coscienza, non si può però dimenticare o mettere in disparte quanto di terribile, a pensarci bene, ha detto Cristo nel Vangelo su quanti lo seguono poi lo tradiscono.

Silvia Romano è stata usata da tutti: dalla onlus che l’ha mandata alla sbaraglio, dai suoi carcerieri che l’hanno rapita  per avere un riscatto in funzione delle armi, dal governo italiano che l’ha usata per una passerella degna di Armani e Valentino messi insieme ed anche da quegli imbecilli che l’hanno offesa e minacciata.

Su tutte campeggia una figura con le idee a posto e con le palle: uno zio, Alberto Fumagalli, una persona con le idee chiare e con le palle.

Poi i silenzi terribili di altri che invece dovrebbero parlare.

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PANDEMIA

E’ scoppiata una terribile pandemia.

Ne hanno dato la colpa inizialmente ai pipistrelli (poveretti loro) poi ai cani e ai gatti (poveracci loro), poi ai servizi segreti cinesi che lo avrebbero creato in laboratorio da quale, questo virus, come una gatto di casa, sarebbe fuggito o sfuggito.

Insomma una confusione unica dalla quale non ne veniamo più fiori.

Una sola cosa è certa: migliaia di morti nonostante quelli che se la stanno cavando non faccio altro che dire: “ce la faremo”. Roba da matti .

In tutto questo bailamme che coinvolge tutte le nazioni, con investimenti di miliardi di Euro (e non si sa bene da dove vengano fuori questi soldi) i politici sono quelli che fanno la peggior figura dopo i rappresentanti della Chiesa Cattolica.

Si salva qualcuno? Si. La Bellanova che piange disperata dalla commozione perché sono stati regolarizzati dei migranti.

Nel frattempo decine di suicidi di imprenditori e di privati che non ce la facevano più in tutti i sensi e dei quali nessuno parla.

Tanto: moro più o morito meno, che importa…!

 

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NON CI CREDO MA E’ VERO

Ormai sembra il bacio della morte. Tutto quello che Bergoglio tocca va in rovina. Nella Chiesa anzitutto (ed è evidente a tutti). Ma anche nella politica, che poi è la vera ossessione del gesuita argentino.

Alle presidenziali americane  si lanciò contro Trump (e a favore della Clinton) e Trump trionfò, mentre Hillary sprofondò. La stessa cosa è accaduta nelle presidenziali della sua Argentina e in quelle del Brasile. Due sconfitte brucianti per i candidati sostenuti da lui.

Eguale disastro alle consultazioni in Colombia. Fece fare poi opposizione alla Brexit e sappiamo come è finita. Ormai si dovrebbe sfuggirel’appoggio di Bergoglio come una condanna sicura.

In Italia ilPd  dal 2013 ha seguito Bergoglio nella sua linea migrazionista. Così il Vaticano nel 2016 appoggiò il referendum costituzionale di Renzi  e fu un tale disastro  che il governo dello stesso Renzi crollò. Poi, alle elezioni del 2018, la chiesa bergogliana sostenne il Pd contro Lega e centrodestra e il Pd uscì a pezzi, precipitando al minimo storico, con le dimissioni di Renzi dalla segreteria.

Alle elezioni europee del 2019, per fermare Salvini, il Vaticano ha instaurato un collegamento con il M5S, che è ultralaicista, ma a Bergoglio non importa: a lui interessava che Di Maio bombardasse quotidianamente Salvini. E Di Maio lo ha fatto. Un cardinaleaveva confidato al “Fatto quotidiano” che in Vaticano “i Cinque Stelle sono di casa”. Ebbene, anche per il M5S quello di Bergoglio è stato il bacio della morte: crollo e voti dimezzati.

Così queste elezioni europee ci hanno consegnato un vincitore, Matteo Salvini, e due sconfitti assoluti: il M5S e Giorgio Mario Bergoglio. E’ evidente a tutti perché Bergoglio, dimenticandosi il sacro ministero del Vicario di Cristo, in queste settimane si è buttato anima e corpo nella mischia politica lanciandosi in una campagna elettorale sfrenata contro Salvini.

Il vescovo di Roma ha trascinato anche la Chiesa italiana in un vortice di fanatismo antisalviniano che è arrivato fino al punto di permettere al “Fatto quotidiano” di titolare: “Il papa è la vera opposizione a Matteo Salvini”. E anche: “Cei: ‘Votate tutti tranne Salvini’ ”.

“L’Espresso”, proprio nel giorno del voto, ha dedicato la copertina a Bergoglio, come eroe della Sinistra, lo “Zorro” che avrebbe dovuto spazzar via il leader leghista. Eloquente il sottotitolo: “Gli striscioni e le maschere. Il popolo della protesta e la Chiesa di papa Bergoglio che passa all’opposizione”.

Ha voluto trasformarsi in politico (umiliando la Cattedra di Pietro e scandalizzando milioni di credenti) , dunque è giusto che Bergoglio venga ora valutato come politico: bocciato totalmente  dal popolo e soprattutto dal popolo cattolico. In quanto politico è stato addirittura sfiduciato dai fedeli che hanno sfruttato questa occasione per far capire al Vaticano come la pensano sul papato di estrema sinistra che ha ridotto la Chiesa in condizioni penose e che vuole riempire l’Italia di immigrati (magari islamici).

Lo svilimento del ministero petrino, lo svuotamento della fede ad una dimensione tutta orizzontale, sociologica, da attivismo politicante di estrema sinistra, il concentrarsi esclusivo e ossessivo sui migranti, l’essere del tutto indifferente ai problemi del nostro popolo, tutto questo ha convinto la gente che l’attuale vertice vaticano – oltre a maltrattare i cristiani spesso con pessime espressioni – disprezzi gli italiani e, dopo l’episodio del cardinale elettricista, si è avuta la netta sensazione che non rispetti neanche lo Stato italiano e le sue regole.

E’ stata un’operazione sconcertante. In queste settimane di massacri di cristiani nel mondo, di attacchi pesanti alla vita e di dati allarmanti che mostrano lo svuotarsi delle chiese in Italia, la gerarchia vaticana, infischiandosene di Dio, ha ritenuto di gridare allo scandalo per l’unica cosa per la quale avrebbe dovuto esultare: un politico che affida i destini d’Italia e d’Europa al Cuore Immacolato di Maria e che richiama la sua gente alla protezione dei santi patroni dell’Europa.

La corte bergogliana è inorridita davanti a un rosario quasi come se ne avessero terrore. Bergoglio ha perfino fatto sapere che lui non stringerà mai la mano a Salvini : eppure aveva stretto calorosamente la mano alla laicissima e abortista Bonino e aveva accolto in Vaticano il Centro sociale Leoncavallo con altri centri sociali della sinistra sudamericana.

In effetti il Bergoglio che inorridisce per il rosario baciato da Salvini  in piazza è lo stesso Bergoglio che gradì (portandolo con sé) il dono del socialista boliviano Morales: la falce e martello con sopra l’immagine di Cristo. Non si scandalizzò e non insorse come ha fatto quando Salvini ha baciato il rosario.

Se il messaggio di Bergoglio – tramite la Cei – è stato (come sintetizzato dal “Fatto”) “votate tutti tranne Salvini”, il popolo italiano e anzitutto il popolo cattolico ha risposto votando Salvini e bocciando Bergoglio e la Cei.

Salvini lo ha capito e nei commenti a caldo, la sera di domenica, è tornato a baciare il rosario e a ringraziare la Madonna, proprio per ringraziare i tanti cattolici che gli hanno dato fiducia e per ribadire la sua convinta difesa delle radici spirituali dell’Italia e dell’Europa, che poi è la tenace battaglia per la nostra identità.

Dopo che i catto-progressisti, in questi decenni, hanno tanto enfatizzato (a parole) il ruolo dei laici nella Chiesa, le gerarchie clerico-progressiste hanno invaso abusivamente il campo dei laici, la politica, e hanno fallito, venendo sonoramente bocciati dal laicato cattolico.

Dunque adesso imparino  dai cattolici. Apprendano umilmente la lezione  che i laici, nel loro campo specifico, hanno dato alla corte bergogliana e alla Cei. Facciano mea culpa e chiedano scusa al popolo cattolico, che hanno tradito, e a tutti gli italiani.

Tornino, queste gerarchie, a occuparsi della fede, di Gesù Cristo, e magari – invece di fare comizi – riportino per le strade delle città la Madonna pellegrina che un tempo servì anche per ricordare al popolo il pericolo mortale del comunismo (persecutore dei cristiani).

Bergoglio e la Cei potrebbero chiedere a qualche laico di insegnare  loro la devozione alla Madonna e ai nostri santi. Per esempio potrebbero chiamare Salvini a far loro lezione. Infatti, a quanto pare, la Madonna, tramite il popolo, ha risposto alla preghiera di Salvini benedicendone le intenzioni.

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Antonio Socci

 

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I VERI DIMENTICATI

Perché la Chiesa in Italia e in Europa è diventata insignificante in politica? Ha dimenticato i più dimenticati, ovvero il ceto medio, ormai proletarizzato, e numericamente dominante.
Il quale addolorato e triste ricambia con la stessa moneta. La Chiesa non conosce più il popolo, inteso come le masse dell’ Occidente. Per lo più le detesta. Ha cacciato dal tempio non i mercanti, ma quel vasto ceto sociale, che va dal piccolo imprenditore all’ artigiano all’ operaio che veniva un tempo definito “maestranza”. Lo ha fatto senza neppure accorgersene, tutta impegnata a risolvere le sue diatribe cartacee, e piano piano ha fatto mancare il basamento confortante della sua saggezza sacramentale a questa gente che era il suo nerbo silenzioso, le divisioni di un esercito che Stalin non vedeva.

Questa classe, trascurata da Marx ma non dai Papi, era ed è ancora geneticamente intrisa di lavoro benedetto ed educazione oratoriana. In Italia è stata l’ ossatura delle associazioni cattoliche e della Democrazia cristiana. Il resto degli italiani che osservano il precetto festivo viene da lì. Sono brava gente, anche chi non frequenta conserva una sensibilità religiosa, che si manifesta imprevista magari a Medjugorje. Ma questo popolo sbrindellato, alla mercé dei venti della crisi mondiale, invece di sentirsi compreso e amato, è trattato dai vescovi e dai “preti di strada”, come un persecutore degli “ultimi”. Si è intimato, a chi ancora ha una risorgente memoria di credenze imparate dalla mamma, di non ascoltare chi chiede di tornare a fare i presepi in luoghi pubblici, «perché non sono armi contro gli altri» (sic), guai a chi non fa nascere Gesù su un canotto, certi sacerdoti osannati come eroi chiudono la parrocchia a Natale perché «voi cattolici siete cattivi».

SOLO MIGRANTI E ROM
Si aspetta una carezza dal Papa. L’ unica parola di formidabile impatto politico udita pronunciare dalla finestra del palazzo apostolico è stata l’ invito a firmare il “Global Compact” favorevole alle migrazioni. Il problema del mondo sembra solo quello: gli africani in cerca dell’ Eldorado che noi invece gli neghiamo. I profughi più l’ ecologia, e il resto è secondario.

Il Papa non pensa e non dice certo questo. Le sue omelie mattutine sono un costante invito a lasciarsi incontrare da Cristo. Ma chi le fa conoscere? Dovrà lavorare e correggere parecchio l’ ottimo collega Andrea Tornielli, opportunamente scelto da Francesco a sovrintendere la comunicazione vaticana, perché la predicazione del Pontefice non sia ridotta – come fanno passare i mass media e molto clero – a un’ attenzione esclusiva ai migranti, ai rom e, tra gli italiani, ai senzatetto.

Capita così quando il Vangelo è interpretato con i criteri dei sociologi, magari applicando l’ Ise (indicatore di situazione economica) invece che basandosi sulla tradizione vivente, con la semplicità dei santi curati che sentivano l’ odore delle pecore, e non le selezionavano in base alla certificazione degli antropologi della Scuola di Francoforte.
Un esempio molto piccolo.

Il Vangelo di Giovanni dice: «La salvezza viene dai Giudei». Betlemme è scelta perché lì c’ è la stirpe regale di Davide, non perché fosse una favela di Gerusalemme. Invece nelle omelie prenatalizie vanno forte frasi come queste: «Dove nascerebbe Gesù oggi?». Ovvio: tra gli ultimi. Probabilmente dalle parti dove è andato Di Battista a fare i reportage nelle foreste del Guatemala.

Le coordinate geopolitiche della capanna il buon Dio le deciderebbe dopo un sondaggio tra i principali esperti dell’ Onu. E via così, le prediche. Un alito di divino nell’ umano, a prescindere dall’ origine sociale marxiana, no? Ad esempio una carezza ai disgraziati che in Francia indossano i gilet gialli? Figuriamoci. Sono contro l’ ecologia, costoro. Guai. Infatti i “richiedenti asilo” non protesterebbero fino a incendiare i cassonetti per la disperazione, a causa di una cosa sciocca come il caro benzina, roba da ceto medio. Quanti singulti soffocati provocano a un capofamiglia i conti che non tornano per trenta euro di spesa mensile in più alla pompa del gasolio, lo sanno solo loro, i preti non devono sapere, sono i tormenti dei “penultimi”, e il Vangelo non ne parla.

LEZIONI DAL PASSATO
La Chiesa in Occidente si è dimenticata dei “dimenticati”. Sono quelli che hanno scelto Trump, perché si occupa di loro. Sono stati buttati fuori dalle fabbriche che traslocano nel Terzo mondo, oppure messi fuori mercato dai bassi salari dei messicani. Invece di mandare i figli all’ università, facendoli crescere socialmente, i “forgotten men” si arrangiano servendo hamburger nei fast food, oltretutto colpevolizzati perché fanno diventare obesi i bambini.

Nel mondo della globalizzazione ci sono queste masse bastonate che hanno il torto di essere bianche, non meritano di essere associate alle beatitudini del discorso della Montagna. Possibile che solo Salvini e Trump cerchino di capirne il disagio? Le ancorano a un cristianesimo certo troppo simbolico e forse superficiale, ma forse il fatto che tanti siano colpiti da questo sventolare il rosario in piazza del capo della Lega, meriterebbe qualcosa di più che il disprezzo.

Perché gettare via il bambino insieme all’ eventuale acqua sporca? La Chiesa gettando lontano da sé come razzista ed egoista questa gente, getta via se stessa come annunciatrice di salvezza per tutti, persino per chi si è infatuato di Di Maio, che è di sicuro un peccato mortale.

Il Cardinal Martini chiedeva di avvicinare i lontani. Non credo intendesse solo gli intellettuali alla Scalfari. Il cardinale Siri, e non se ne conobbe mai uno più severo con il comunismo, chiamava a sé i camalli comunisti del porto di Genova. Li invitava presso di sé, li difendeva dai poteri forti, gli proponeva di credere e di far del bene. La Chiesa era attaccata ma impedì il disfacimento sociale e politico dell’ Italia. Una lezione interessante per il presente.

di Renato Farina

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